Condizioni del cashback

Limiti e condizioni dei sistemi di cashback

Limiti e condizioni dei sistemi di cashback


E’ molto importante sapere che esistono alcuni vincoli per effettuare un acquisto se si vuole ottenere il cashback. Tali vincoli variano a seconda del sito di cashback che scegli e del negozio presso cui acquisti, ma ve ne sono alcuni con valenza piuttosto universale, per cui è bene che tu ne sia a conoscenza.

Nota che in precedenza ti abbiamo già elencato i motivi della cancellazione di un cashback nei casi in cui il cashback venga assegnato e poi non validato in seguito ad una verifica (manuale o automatica). In questo articolo ti spieghiamo invece le condizioni che possono invalidare un cashback già al momento dell’acquisto (anche se in alcuni casi si scopre comunque dopo). Si tratta di condizioni logiche o relative alle policy di ciascun negozio, anche se in qualche caso si sovrappongono a quelle già viste nell’articolo sulla negazione.

E’ possibile cumulare cashback da siti diversi?

Sarebbe bello poterti dire che puoi iscriverti a più di un sito di cashback ed ottenere un rimborso da ciascuno di essi per un singolo acquisto. Ovviamente ciò non è possibile.
Beninteso, puoi avere un account su ciascun sito di cashback senza contravvenire ad alcuna regola, ma quando devi fare un acquisti, devi per forza sceglierne uno ed usare quello per avere il rimborso.

Il principale motivo di questo limite è puramente economico: il negozio è disposto a corrispondere una sola commissione per ciascuna vendita procurata, qualunque sia il numero di partner che a vario titolo hanno concorso a generarla.
E se ci pensi è abbastanza ovvio: se un negozio dovesse pagare per il solo tuo acquisto più commissioni a diversi partner di cashback probabilmente tale costo sarebbe superiore al totale incassato per l’ordine, e paradossalmente, il meccanismo di cashback sarebbe per lui penalizzante.

Inoltre, c’è un fattore tecnico di non poco conto: il tracciamento della transizione (ovvero il meccanismo web tramite il quale è possibile associare la transizione al sito di cashback da cui è partito l’utente) assegna l’acquisto solo all’ultimo sito da cui sei uscito per comprare. Per cui se clicchi e raggiungi lo stesso negozio da più siti di cashback in cui hai un account, solo l’ultimo di essi convaliderà il rimborsi, mentre sugli altri verrà negato o nemmeno memorizzato.

Quindi la regola da tenere a mente è che la commissione (e quindi anche il cashback che ne deriva) viene assegnata a solo uno dei siti coinvolti nel tuo acquisto, e in particolare quello che risulta come l’ultimo, o l’unico, che hai cliccato. Esso è infatti verosimilmente quello che ha stimolato il tuo acquisto.

Cumulare i cashback, esistono eccezioni.

Se l’impossibilità di cumulare cashback da diversi siti è piuttosto ovvia, va detto che esistono delle eccezioni che consentono di ottenere rimborsi da sistemi di cashback diversi per il medesimo acquisto.
E in particolare avviene quando si sovrappongono due piattaforme che hanno logiche di cashback diverse, e soprattutto, sono finanziate da fonti diverse.

Un tipico esempio sono le modalità di pagamento che prevedono un rimborso cashback quando vengono impiegate. Una carta di credito cashback, ad esempio, ti restituisce una percentuale del valore di ogni spesa, se acquisti sui negozi convenzionati col circuito che la emette.
Possono essere negozi tradizionali, come supermercati, negozi fisici, ecc.. ma anche negozi online. Per cui non è infrequente che lo stesso shop sia contemporaneamente convenzionato con una carta di credito e con un sito di cashback.

Bene, se usi la tua carta cashback per acquistare su un negozio che è convenzionato anche con il tuo sito di cashback, potrai ricevere i rimborsi da entrambi i canali. Questo è possibile perché il cashback del sito lo paga il negozio (a scopi promozionali) mentre quello della carta di credito è finanziato dal suo circuito (col fine di incentivare l’uso e la diffusione della carta).
Come vedi sono due canali diversi, con obiettivi diversi e finanziati da diversi partner. Per cui non è strano che i due cashback si possano cumulare.

ATTENZIONE: quando diciamo che i cashback si cumulano intendiamo dire che entrambi i cashback sono validi ed assegnati, non che si sommano nello stesso wallet. Infatti, ogni sistema coinvolto (nell’esempio il circuito della carta di credito e il sito di cashback) assegnerà il suo rispettivo rimborso nel proprio wallet.

In ogni caso, il suggerimento che possiamo darti è sempre quello di verificare i casi specifici e se hai dei dubbi chiedere chiarimenti all’assistenza.

Uso dei codici sconto con il cashback

Probabilmente sai già cos’è un codice sconto (detto anche coupon o codice promozionale).
In caso contrario, te lo diciamo prendendo in prestito la spiegazione dal principale sito di codici sconto in Italia e parafrasandola nella seguente definizione:

Un codice sconto è una stringa di caratteri, una password digitale, che se inserita nell'apposito campo testuale di un negozio online ti aggiudica un benefit sull’acquisto, come uno sconto sulla spesa (in percentuale o a cifra fissa), un omaggio, la spedizione gratuita o altro.

Come il cashback, il codice sconto è uno strumento assegnato e promosso dal negozio all’utente, per incentivarlo con un benefit ad acquistare presso il negozio stesso, piuttosto che su altri suoi concorrenti.

Cashback e codici sconto sono due strumenti molto diversi tra loro ma nella stragrande maggioranza dei casi il negozi che offre il cashback ti imporrà come condizione di non utilizzare i codici sconto su un acquisto per il quale vuoi ricevere il rimborso.

Perché non puoi usare i codici sconto assieme al cashback?
La logica di questa limitazione è molto chiara: con il coupon il negozio offre uno sconto sul totale della spesa e quindi il suo margine è già ridotto. Se deve sottrarre anche a commissione per il sito di cashback, che verrà poi divisa con l’utente, rischia di non avere guadagno sulla vendita.

Non solo, anche in un’ottica di marketing potrebbe essere controproducente poiché correrebbe il rischio che l’utente finisca per acquistare solo ed unicamente usando assieme cashback e coupon, vanificando molto margine di guadagno e qualsiasi altra campagna pubblicitaria che non preveda un incentivo all’acquisto.

Ad onor del vero una spiegazione più approfondita imporrebbe di citare altri meccanismi commerciali e di marketing più influenti sui motivi di reciproca esclusione di cashback e coupon, ma che esulano dalle finalità di questa guida. Ti può bastare sapere che il negozio deve cercare di “mediare” tra tutte le tipologie di partner promozionali con cui collabora (sia online che offline) e quindi non può sbilanciare il suo budget pubblicitario solo da una parte.

Naturalmente, nel caso tu volessi procedere applicando un coupon ad un acquisto per il quale vuoi ricevere anche il cashback, in barba alle condizioni del negozio, dopo poco tempo il rimborso ti verrebbe cancellato.

Uso del codice amico

All’interno del ragionamento sui codici sconto possiamo fare anche quello relativo al codice amico.
Per codice amico intendiamo quel sistema (spesso basato proprio su un codice, un coupon, assegnato in via personale a ciascun utente) che permette ad un cliente di un negozio di invitare altre persone ad acquistare (verosimilmente gli amici), ottenendo come ricompensa premi sotto forma di denaro o sconti.

Come il cashback, anche il codice amico è chiaramente uno strumento di loyalty (ovvero fidelizzazione) che stimola un cliente ad acquistare sempre presso il negozio e lo incoraggia a pubblicizzarlo presso i suoi conoscenti.

Inoltre, è uno strumento ottimo per la promozione da parte degli influencer e gli youtuber, che tramite i video possono comunicare il proprio codice amico agli spettatori e garantirsi un profitto quando viene usato, senza bisogno di un tracciamento da click.

In genere la policy cashback relativa codice amico è meno rigida rispetto a quella per i codici sconto (il codice amico è un meccanismo interno al negozio per il quale non paga commissioni) ma è comunque possibile che uno shop ti impedisca di usarlo su un acquisto per il quale tu voglia ricevere il cashback. Altro fattore a cui devi prestare attenzione.

Il cashback non è applicabile a tutti i prodotti di un negozio

Il ragionamento sulle limitazioni dovute a costi e margini di un negozio si deve estendere anche alle categorie merceologiche, ai singoli prodotti e ai servizi “accessori” ma necessari per vendere.

In generale i negozi ammettono il cashback su tutto il loro listino ma escludono alcuni particolari servizi e costi collaterali che ricadono sul cliente ma non possono essere considerati “prodotti acquistati”.

Escludendo la questione dell’IVA (che ti spieghiamo in dettaglio nel paragrafo successivo), un tipico esempio di servizio collaterale è la spedizione. Per i negozi che vendono oggetti fisici la spedizione degli ordini è indispensabile per poter lavorare ed è quasi sempre un costo che replicano uguale sul totale senza guadagnarci.
Allo stesso modo si possono inquadrare i servizi relativi ai finanziamenti per l’acquisto, alle polizze o garanzie e ai servizi di assistenza sui prodotti.

Tutti prodotti sopra elencati sono generalmente esclusi dal cashback.

Ma le esclusioni spesso non si limitano a questi articoli “immateriali”.
Il negozio può infatti decidere di escludere intere categorie di prodotti (oppure diminuire sensibilmente la percentuale di cashback garantita). Non solo: anche alcuni specifici prodotti possono essere esclusi dalle dinamiche del cashback, in genere per ragioni legate alle politiche commerciali o di immagine dei marchi produttori, ma anche per via di margini molto ristretti.

Un tipico esempio sono i prodotti Apple sui quali i margini di guadagno sono sempre molto risicati, per via della politica commerciale dell’azienda statunitense. Alcuni negozi li escludono dal cashback per il semplice motivo che sulla loro vendita non possono garantire commissioni al sito di cashback, il quale quindi non ha nulla da dividere con l’utente.

Il caso più frequente resta comunque la differenziazione delle percentuali di cashback a seconda delle categorie di prodotto che si considerano. Possono essere presenti 3 o 4 fasce di rimborso che includono più categorie, oppure molte di più.
Il cashback su Amazon attualmente ne prevede ben 19 che comunque non coprono tutto il suo catalogo (a conferma del fatto che il negozio ha categorie di prodotti sulle quali non puoi ricevere cashback).

Anche in questo caso la scheda negozio sul sito di cashback ti sarà fondamentale per sapere se il prodotto che hai intenzione di comprare rientra nel cashback e quale percentuale di rimborso ti garantisce.

Modalità di pagamento non ammessa

Come ti abbiamo già detto in precedenza, tra i costi vivi di un negozio c’è anche quello dovuto alla modalità di pagamento. Ogni sistema proposto dal negozio, che l’utente può scegliere in fase di acquisto, genera infatti un costo ogni volta che viene utilizzato.
Ad esempio, se si tratta di un sistema di pagamento istantaneo come Paypal, il negozio deve versare una commissione al circuito in proporzione al valore dell’ordine. In caso di bonifico si può avere un costo da parte della banca e in caso di pagamento alla consegna, c’è il costo del contrassegno.

Per questo motivo non è raro che un negozio imponga la regola di non concederti il cashback se scegli specifiche modalità di pagamento e/o spedizione, ovviamente anch’esse indicate nella scheda del negozio sul sito di cashback.

Ma attento: paradossalmente alcune volte può capitare l’esatto contrario, ovvero il negozio paga il cashback sulle modalità che in genere non lo ammettono o, se già è consentito, ne aumenta la percentuale di rimborso.
Il motivo è tipicamente promozionale: il circuito di pagamento, in collaborazione col negozio, vuole stimolare l’utilizzo del suo sistema da parte dei suoi clienti (e magari trovarne di nuovi) diminuendo le commissioni dei costi al negozio ed aumentando così il benefit al cliente. Si tratta comunque di casi molto particolari e attivi solo per brevi periodi di tempo.

Il cashback si calcola sull’IVA?

E' una domanda che gli utenti si pongono spesso, soprattutto quando cominciando a vedere i primi frutti del loro cashback.
Prima di trattare questo argomento facciamo un piccolo excursus sull’IVA, partendo dalla sua definizione:

l’IVA è un’imposta che si applica sulle cessioni di beni e le prestazioni di servizi effettuate nel territorio dello Stato nell’esercizio di imprese o nell’esercizio di arti e professioni e sulle importazioni da chiunque effettuate.

Detto più semplicemente, l’Imposta sul Valore Aggiunto (appunto, IVA) è una tassa indiretta sui consumi che paghi su qualunque bene o servizio tu acquisti in Italia (escluse le categorie di prodotti che ne sono esenti).
L’IVA è la principale imposta indiretta in vigore attualmente in Italia, è proporzionale e si applica con aliquote in percentuale, quindi più è alto il prezzo del prodotto che vuoi comprare, più alto sarà l’importo della tassa.

Per fare un esempio, se acquisti uno smartphone che costa 100€ (senza iva), applicando un’aliquota del 22% il prezzo finale sarà 100€ + 22€ = 122€, che è la somma che pagherai alla cassa. Ovviamente all'acquirente interessa il prezzo che paga per cui in quasi tutti i casi i prezzi vengono esposti iva inclusa (ovvero con il calcolo appena mostrato già fatto).

E’ molto importante che tu comprenda che l’aggiunta al prezzo dovuta all’IVA è pagata da te al negozio ma viene successivamente interamente versata allo Stato.

Per cui, nel nostro esempio, tu paghi 122€ ma il negozio in realtà trattiene solo 100€ poiché i 22€ di IVA saranno versati come tasse (con cadenza mensile generalmente). In pratica, sono tue tasse che soltanto transitano nella cassa del negozio.

Tornando alle dinamiche del cashback, sarà per te facile comprendere che il negozio quando ti pagherà il cashback sullo smartphone lo calcolerà solo sul prezzo del prodotto senza l’iva, poiché ovviamente l’imposta per lui non è un ricavo della vendita ma solo un onere fiscale per lo Stato.

Quindi, in generale, il cashback sui tuoi ordini viene sempre calcolato al netto dell’iva.

Se ti capita di vedere cashback calcolati sull’intero prezzo finale (quindi anche sulla parte di iva) è molto probabile che non si tratti di un errore o di un atteggiamento benevole del negozio nei tuoi confronti. Più semplicemente, per comodità di calcolo, la percentuale di cashback garantita dal negozio è stata calcolata in modo da considerare la presenza dell’iva, quindi più bassa rispetto al caso dei prezzi senza iva.
Insomma... poco viene lasciato al caso nel cashback!

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